Magma azzurro – n°5 virtual gallery

“Magma azzurro”, 2021, cm 30 x 40; tecnica: acrilico su tela

OPERA N° 5 VIRTUAL GALLERY

“In questo periodo solo una piccola parte di noi è leggibile, come la punta di un iceberg che cela un mondo sommerso, oscuro e nascosto…un mondo che è sogno, paura e desiderio, azzurro magma ribollente dai contorni indefiniti. Agli inquieti gli sguardi è affidato il compito di comunicare l’incommensurabile.”

Così ho descritto il mio ultimo quadro, intitolato “Magma azzurro”.

Dopo le opere dal sapore un po’ retrò, ispirate all’architettura storica della mia zona, mi sono spesso dedicata alla rappresentazione di sguardi, cercando di coglierne l’intensità…come attratta da pupille simili a finestre enigmatiche sull’abisso interiore, ho ritratto occhi caratterizzati da molteplici espressioni, colori e riflessi.

A QUESTO LINK L’ARTICOLO: “IL MONDO RIFLESSO IN UNO SGUARDO”

L’acrilico su tela delle immagini in alto è nato in un periodo di sorrisi celati nel quale, osservando questa muta finestra sull’anima, provo a cogliere ogni minima sfumatura di espressione.
Realizzato nel corso di queste insolite vacanze di Natale, a cavallo tra la fine di un 2020 percepito da molti come un periodo nefasto da dimenticare e l’inizio di un 2021 sul quale si sono riversate mille aspettative e speranze, esprime nella sua parte astratta l'”ignoto” che causa inquietudine ma anche desiderio e sogno di sereni cieli azzurri.
Gli occhi sono ispirati ad una foto che mio marito mi ha scattato nel 2000, in un momento nel quale il mio sguardo era stato improvvisamente catturato da qualcosa.

Nel mio quadro sono però gli occhi sono di due colori differenti: l’indaco del cielo poco prima dell’alba e l’azzurro del mare.

“Magma azzurro” accosta informale e figurativo: l’intento di far dialogare casualità e progetto, leggibile ed interpretabile fa infatti parte della mia più recente ricerca artistica.

“Magma Azzurro” ha preso parte all’esposizione virtuale organizzata dal CAB di Busto Arsizio (VA)
#IORESTOACASAINTANTOLAVORO
Che ha permesso a molti di esprimersi e di avere visibilità anche in un periodo così difficile per ogni forma di espressione artistica. L’iniziativa recensita su diversi quotidiani online.
A QUESTO LINK L’ARTICOLO DI MALPENSA 24
A QUESTO LINK L’ARTICOLO DI L’inform@zione online



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Corso di disegno Legnano

Alcuni lavori realizzati nell’anno appena trascorso dagli allievi del corso di disegno che tengo presso il Centro Pertini (Il Salice)  a Legnano.

Nell’immagine in basso contatti per info e iscrizioni. Inizio: Lunedì 7 settembre.

copertina con freccia

imparare a disegnare…

Imparare a disegnare si può! E nonostante tutto, anche quest’anno abbiamo lavorato allegramente e con passione, prima in presenza, poi a distanza ed infine a piccoli gruppi prendendo tutte le precauzioni necessarie.

Ecco i video che mostrano alcuni lavori realizzati dagli allievi
dei miei corsi di disegno che tengo presso

MUSICLAB

a Busto Arsizio.
Buona visione!
adulti
CORSO ADULTI
ragazziCORSO RAGAZZI

ELISABETTA NERI-indirizzi mail:
elisabetta.neri.vxtp@gmail.com
elisabetta.neri.vxtp@alice.it

Ok boomer, il disegno digitale non fa per te. (o forse sì?)

20200426_190341Il connubio arte-strumenti tecnologici mi ha sempre affascinata: e a volte, su Instagram, m’incanto a guardare chi disegna facendo scivolare con sicura naturalezza la penna sulla superficie della tavoletta grafica.
Non essendo una nativa digitale, ho imparato a disegnare utilizzando le tecniche tradizionali, e anche quando ho frequentato il liceo artistico l’era della computer grafica era ancora molto lontana. Vien da sè che disegnare su un foglio, una tela o una tavola mi venga molto più facile e naturale, e che realizzare immagini “virtuali” mi richieda più tempo e un maggiore sforzo rispetto agli artisti più giovani.
busto
Fare disegno al liceo significava stare ore in piedi davanti ad un cavalletto, sporcarsi di carboncino dalla testa ai piedi, riprodurre dal vero sculture sui grossi fogli di carta da spolvero ruvida e giallina, e realizzare disegni come quello dell’immagine in alto, da me eseguito in seconda liceo durante l’ora di figura. Ricordo inoltre che, una volta terminato, spruzzavamo sul foglio un fissativo liquido che veniva versato in un bicchierino e poi vaporizzato soffiando dentro una cannuccia.
Era un lavoro molto fisico, sensoriale, che comprendeva anche lo sforzo di trasformare una realtà in 3D in immagine bidimensionale. Inoltre il disegno nasceva direttamente dallo scorrere del friabile bastoncino nero sulla ruvida carta…
…con la mia tavoletta grafica, invece, il segno non si genera dove la punta della mia penna scorre, ma sul monitor del pc, e con questa modalità di lavoro devo ancora prendere confidenza. Certo, disegnando direttamente con il computer si può ottenere un’immagine vettoriale, (che può essere ingrandita quanto si vuole senza perdere definizione), e questo è un bel vantaggio.

scenografie
Tornando alle immagini digitali, ricordo che il primo programma di grafica che ho avuto (nei primi anni ’90) è stato Corel Draw, poi mi sono appassionata al fotoritocco e nei primi anni 2000 ho incominciato ad usare un software che assomigliava molto a Photoshop come comandi ma che non funzionava a livelli, per poi passare, dopo qualche anno, a Photoshop. Nel 2008 ho anche utilizzato Macromedia Flash, programma per l’animazione, con il quale ho realizzato le immagini in alto, scenografie per una proposta di cortometraggio realizzato in collaborazione con Ugo D’Orazio, lavoro che nel 2008 è stato selezionato per la presentazione all’interno della manifestazione Cartoons on the Bay.
Allora avevo disegnato tutto con il mouse, senza la tavoletta grafica, e nonostante ciò il risultato del mio lavoro mi soddisfaceva pienamente… che enorme quantità di tempo, però, per realizzare questi disegni!
Da allora mi sono ri-buttata nelle tecniche tradizionali e nella pittura, utilizzando Photoshop  solo per grafica e fotoritocco; con questo programma ho disegnato solo in sporadici casi, con un investimento, in termini di tempo, spropositato rispetto al risultato.

occhioFIRMA
A novembre mio marito mi ha regalato una tavoletta grafica, e quest’occhio azzurro è stata la mia prima prova di utilizzo. Il mio esperimento è piaciuto a molti, ma io  trovo quest’immagine assolutamente “finta” e per certi versi grossolana, anche se i riflessi sull’iride possono risultare accattivanti.

Accantonata per mesi, anche per mancanza di tempo, la tavoletta giaceva sulla mia scrivania inutilizzata finchè due giorni fa mio figlio ha voluto provare a disegnare con questo strumento.
Venerdì sera ho voluto anch’io riprovare, così ho dato vita allo “sgorbietto” dell’immagine in alto… che ha richiesto tre ore di tempo! Se l’avessi disegnato a mano e colorato con i pennarelli giusti, mi avrebbe richiesto meno di un terzo del tempo e avrei ottenuto un risultato migliore.
Per fare lo “sgorbietto”, che doveva rappresentare il look da “smart working”, curato solo dalla vita in su, ho inizialmente fatto uno schizzo veloce su un foglio, l’ho appoggiato sulla tavoletta e ricalcato ottenendo il primo disegno a sinistra. Successivamente ho iniziato a colorare, un po’ come mi veniva, provando vari tipi di pennelli, su un livello differente rispetto a quello del disegno.
Insoddisfatta comunque del risultato ero davvero scoraggiata, ma mio figlio mi ha rimproverata dicendomi che tendo ad arrendermi di fronte alle difficoltà naturalmente insite in ogni novità.
chiaro con neroCosì ieri sera sono tornata alla carica e finalmente ho fatto qualcosa che mi piace: un disegno vicino al mio stile, realistico ma ancora abbozzato in alcuni punti (la pelle… e ci credo, erano le tre di notte quando l’ho terminato, perciò la pelle non è rifinita); ma soprattutto quello che mi’interessa di più in un disegno o in un dipinto è riuscire a rappresentare la luce, l’intensa luce di una bella giornata di sole, anche soltanto nell’immagine di un occhio. (la luce è una mia fissa, per questo adoro Monet).
Non per niente quest’immagine è ispirata ad una foto scattata da mio figlio durante una luminosa giornata invernale.

Ho lavorato su livelli diversi, uno per la pelle, uno per l’iride, uno per la sclera, ecc…
Comunque, tempo impiegato: 6 ore. Guai a chi mi dice “Eh, vabbè, tanto l’hai fatto con Photoshop…”

 

Schizzare un volto visto di scorcio

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In questi giorni ho provato a schizzare sul mio sketchbook (in realtà un vecchio album per foto rimasto inutilizzato) alcuni volti femminili visti più o meno di scorcio.

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Disegnare un volto visto frontalmente o di profilo non è particolarmente difficile (vedi: Le ombre: dalla sfera al volto e disegno del volto di profilo); le cose si complicano quando è ruotato in una posizione intermedia (vedi” schizzare un volto visto di 3/4 e occhi naso e bocca nel viso visto di 3/4) e l’impresa diventa ancora più complessa se si prova a rappresentare un viso visto di scorcio.

Ma qual’è il significato dell’espressione “di scorcio”? Letteralmente significa accorciato. Ciò avviene per effetto della prospettiva: come in un pavimento vediamo le piastrelle, che in realtà sono quadrate, con un’altezza notevolmente inferiore alla loro larghezza, così anche la figura umana può risultare “scorciata” in tutti suoi elementi se la vediamo dal basso o dall’alto.


In quale caso il viso appare “accorciato”, ovvero con la sua lunghezza “ridotta”?

  • quando lo si guarda dal basso verso l’alto (figura 1)
  • quando lo si guarda dall’alto verso il basso (figura 2)
  • quando la figura che si ha di fronte ha il capo reclinato verso il basso (figura 3)
  • quando la figura che si ha di fronte ha la testa riversa all’indietro (figura 4)
  • quando si guarda una figura sdraiata standovi di fronte dalla parte dei piedi (figura 5) o dalla parte della testa (figura 6)

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La visuale indicata nella figura 5 è quella adottata nella rappresentazione del famosissimo “Cristo morto” (1475-78 circa) di Andrea Mantegna, tra i primi artisti che si dedicarono allo scorcio prospettico applicato alla figura umana.

Cristo morto Andrea Mantegna
immagine tratta dal web

La prospettiva, codificata all’inizio del secolo in cui visse l’artista, fu da subito applicata in maniera puntuale e precisa nella rappresentazione dell’architettura, i cui volumi geometrici risultavano più facilmente definibili applicando le norme che regolano la visione prospettica, come dimostra il dipinto di Piero della Francesca intitolato “Flagellazione di Cristo” del 1455–1460 (immagine in basso).

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immagine tratta dal web

Tali norme risultavano invece meno oggettivamente applicabili nella rappresentazione di forme più irregolari e complesse come quelle del corpo umano: Se infatti si confronta la figura del Cristo con la foto di un uomo sdraiato, ci si rende subito conto che nel dipinto dell’artista quattrocentesco i piedi in primo piano sono più piccoli di come apparirebbero nella realtà, mentre la testa risulta grande. Lo scorcio del volto è comunque perfetto.

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immagini tratte dal web

Mantegna introdusse una grande novità, infatti dopo di lui tanti altri artisti si misurarono con il complesso tema della figura vista di scorcio, ne sono un esempio le opere visibili nello slideshow in alto.
Solo alla fine del Cinquecento le anomalie prospettiche vennero completamente risolte, per arrivare alla straordinaria abilità degli artisti settecenteschi che, popolando illusoriamente i soffitti di figure viste dal basso, portarono questo tema a livelli virtuosistici.

(per approfondire l’argomento consiglio la visita del Blog didatticarte a QUESTO LINK).

nuovo

Ma ora veniamo a noi.
Per effetto della prospettiva, in un volto visto dal basso la fronte risulterà più stretta della mascella (immagine in alto a sinistra), mentre nel caso opposto vedremo la forma della testa stringersi molto verso il mento (immagine in alto a destra). Come sempre converrà utilizzare linee di riferimento per posizionare sopracciglia, occhi, naso, bocca, mento… che in questo caso non saranno tratti rettilinei (vedi immagine in basso e Le ombre: dalla sfera al volto) come nel viso visto di fronte, ma curve.
PROPORZIONI

Perchè curve? Proverò a spiegarlo in maniera semplice con il solito ovetto, dotato di meridiani (come quello che segna l’asse di simmetria del volto) e paralleli (le linee di sopracciglia, occhi, naso, bocca e mento) simili a quelli di un mappamondo.

ovettoovetti

Come si può notare in queste foto, se l’uovo viene visto dall’alto le linee orizzontali che vengono solitamente tracciate come riferimento per disegnare i diversi elementi del volto appaiono come curve la cui rotondità è rivolta verso il basso (foto a sinistra) mentre se l’uovo è visto dal basso le curve sono orientate in modo opposto (foto 1, 2 e 3)
Inoltre, osservando le figure 1, 2 e 3 si può notare come le linee tendano ad avere una curvatura sempre più accentuata aumentando l’inclinazione dell’uovo.
Un’altra importante considerazione che si può fare guardando le immagini è che, per effetto della prospettiva, le linee parallele che si trovano in prossimità di chi guarda appaiono più distanti tra loro rispetto a quelle più lontane, ad esempio: nell’immagine 3 la distanza tra la linea delle sopracciglia e quella degli occhi risulta minore di quella tra la linea del naso e della bocca, anche se nella realtà questi due spazi sono uguali.
Il disegno in basso è stato tracciato a partire da uno schema simile a quello della foto 2.

viola

tre quarti
Se poi il volto, oltre ad essere visto di scorcio, è anche leggermente ruotato lateralmente, alche il “meridiano” che costituisce l’asse di simmetria del volto si trasformerà in una curva (foto in alto).

Naturalmente l’uovo è una semplificazione, nella realtà il volto ha concavità e sporgenze che sulla superficie liscia e uniforme dell’uovo non esistono, ma serve per capire come disegnare un immaginario “involucro” necessario per poter schizzare i volti così inclinati, come si può notare nei disegni dell’immagine in basso: prima di schizzare il viso ho infatti disegnato ed evidenziato con il tratteggio rosso una forma ovoidale che ho utilizzato come schema di riferimento.

dall'alto
al basso

CLICCA QUI PER LEGGERE L’APPROFONDIMENTO SUL DISEGNO DEGLI OCCHI E DEL NASO NEL VISO VISTO DAL BASSO.

Che cosa apparirà?

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Patrizia all’opera

Gli allievi dei corsi di disegno che tengo presso Music Lab a Busto Arsizio si stanno cimentando in una nuova prova: la realizzazione di un dipinto murale trompe l’oeil.

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Abbiamo deciso di aprire questa immaginaria finestra sul tratto di parete leggermente curvo collocato di fronte all’ingresso dell’aula di disegno.
La cornice in blocchi di tufo non era prevista nel progetto iniziale, ma è stata proposta dagli allievi per meglio evidenziare il paesaggio che verrà dipinto al suo interno; inoltre l’aggiunta di questo particolare ha dato la possibilità di sperimentare una tecnica di riproduzione di questo tipo di pietra semplice e d’effetto.

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Luisa alle prese con le lumeggiature

I blocchi di tufo sono stati imitati applicando dapprima una spugnatura di colore beige, punteggiata in seguito con schizzi di colore marrone scuro.
Ma il tocco che davvero conferisce al tufo un’illusoria ma realistica porosità è l’aggiunta di piccole lumeggiature color panna collocate nei punti giusti.

lumeggiature

particolareprospettiva

All’interno dell’arco abbiamo passato una mano di gesso per colori acrilici (bianco).

Nell’album intitolato “che cosa apparirà?” della mia pagina Facebook “Elisabetta Neri pittura e decorazione”, sto pubblicando le foto che mostrano i diversi stadi di avanzamento del lavoro; per visualizzarle, clicca QUI.

Se sapere come procederanno i lavori ti incuriosisce, puoi tornare anche in seguito a visitare l’album “Che cosa apparirà?”, che verrà aggiornato ad ogni progresso del dipinto murale.

Ecco quali saranno i passi che seguiremo nelle prossime lezioni:

linea d'orizzonte

All’altezza dei nostri occhi, tracceremo una linea orizzontale (linea d’orizzonte);

asse centrale e punto di fuga

disegneremo l’asse centrale della nostra arcata, e nel punto d’incontro tra l’asse centrale e la linea d’orizzonte individueremo il punto di fuga.
Per ottenere un’immagine realistica, dovremo tener presente alcune nozioni di base relative alla rappresentazione prospettica, e sceglieremo il tipo di prospettiva più semplice e più utilizzato nei trompe l’oeil: la prospettiva centrale, che prevede un solo punto di fuga al centro dell’immagine.

profondità

piantando un chiodino nel punto di fuga e annodandovi una corda, rappresenteremo le fughe tra un mattone e l’altro con la giusta inclinazione, per poter conferire profondità all’arco che abbiamo disegnato.

30/01/2020
Anzichè utilizzare il chiodino e la corda per tracciare le linee convergenti verso il punto di fuga, è stato utilizzato un cartoncino, che ben si è adattato alla curvatura della parete. (vedi immagine in basso)

cartoncino

La mia passione per i trompe l’oeil mi ha portato a scrivere, in passato, alcuni articoli sulle nozioni di base per l’utilizzo della prospettiva.
Ecco i link agli articoli:

l’ABC del trompe l’oeil: 1 – LA PROSPETTIVA: LA LINEA D’ORIZZONTE E IL PUNTO DI FUGA

l’ABC del trompe l’oeil: 2 – LA PROSPETTIVA: LE PROFONDITA’

l’ABC del trompe l’oeil: 3 – LA PROSPETTIVA: le altezze

l’ABC del trompe l’oeil: 4 – LA PROSPETTIVA: piani inclinati e scale

l’ABC del trompe l’oeil: 5 – LA PROSPETTIVA: archi e cerchi

 

the wave

Articolo aggiornato il 14/05/19

Esporrò ancora “the Wave” domenica 26 maggio durante questa manifestazione:
MILANO 3 VIVE L’ARTE, presso il laghetto di Basiglio.

La terra siamo noi, multiforme e multicolore onda di umanità palpitante in cammino, che vive per lasciare il suo segno… speriamo costruttivo. 
La ribellione della natura che presuntuosamente pensiamo di poter dominare sempre e comunque potrebbe travolgerci con la forza di uno tsunami…
distratti da un'”invitante” realtà virtuale, rischiamo di essere ciechi di fronte alle trasformazioni negative che la “nostra casa” sta subendo.

quadrata2"the wave", particolare

The wave

A te che sei felice di essere ciò che sei.
A te che sei un essere unico, diverso da qualunque altro, che arricchisce il mondo con la sua originalità.

A te che, nonostante gli ostacoli da superare, hai guardato avanti, trasformando quegli ostacoli nei tuoi punti di forza.
A te che lotti contro la sofferenza ogni giorno.
A te che sei irrimediabilmente etichettata come un essere “diverso”.
A te che hai lo sguardo più lungo di tutti gli altri, e che, proprio per via di quella spiacevole “etichetta”, vedi oltre le mode, le convenzioni, la cecità della massa.
A te che porti avanti la tua battaglia, fragile esserino che coraggiosamente si pone al cospetto dei giganti.
A te che non vuoi assomigliare ad alcuna altra donna, tanto meno ad una “bambola” priva di imperfezioni ma anche dell’anima.
A te che sei capace di lasciare il segno pur vivendo i tuoi giorni nell’anonimato.
A te che coraggiosamente e silenziosamente nutri i tuoi figli insegnando loro la pienezza della vita, ma anche a te che, pur non avendo figli tuoi, sei più madre di molte altre donne.
A te che hai visto la vita per la prima volta proprio adesso, creatura inerme e inconsapevole per la quale il mondo è il corpo caldo della mamma.
A te che, approdando nell’ignoto con un bagaglio pieno di nostalgia, di tradizioni e di ricordi ci regali 
colori e profumi che sanno di mondi lontani.
Siamo un mosaico di vite, tante tessere di forme e colori diversi.
Non privarti del tuo spessore, della tua profondità per perderti in una bidimensionalità, apparentemente luminosa ma in realtà infinitamente fredda e buia.
Sii onda, piena di energia e traboccante di vita.

"the wave", acrilico su plexiglass, Elisabetta Neri

La tecnica di “the wave” è quella messa a punto all’inizio degli anni ’90, di pittura su plexiglass. Nel ’93 il quadro “Contrasti”, realizzato per il concorso
CIVILTA’ CONTADINA, VALORI E MEMORIE, organizzato dal Comune di Tornaco
(Novara), ha ottenuto il premio giovani. CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’

“The wave” è la versione “aggiornata” di “Contrasti” (immagini in basso): infatti in tutte e due le opere ho tentato di “fotografare” caratteristiche e contraddizioni del momento storico in cui li ho realizzati.

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particolare del dipinto “Contrasti”

Ho utilizzato questa tecnica anche per la realizzazione di “Like” (immagine in basso)

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"the wave", acrilico su plexiglass, Elisabetta Neri

Definisco “neo-pop” lo stile di “The Wave” anche per queste caratteristiche:

  • colori vivaci e delineo marcato per le figure, rappresentate quasi come personaggi dei fumetti
  • Utilizzo di colori spray che si sfumano uno dentro l’altro, ispirati al graffitsmo
  • utilizzo di colori acrilici e di materiali plastici dai colori brillanti.

Se questo mio dipinto ti incuriosisce, puoi vederlo dal vivo domenica 26 maggio. Esporrò anche “grande fratello”, visibile nell’immagine qui sotto:

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“Grande fratello”, pastello su carta da pacco, Elisabetta Neri

 

Disegnare le gocce d’acqua

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foto Elisabetta Neri

Ho sempre osservato con molta curiosità i riflessi che si formano su una goccia d’acqua. Le goccioline di rugiada sui petali dei fiori moltiplicano la luce e con  la loro rotondità e trasparenza ricordano microscopiche pietre preziose…
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… una lucentezza che ho provato a riprodurre nella corona della figura ritratta nel mio quadro “La Castellana in giallo e verde” (immagine sopra).
Le goccioline di rugiada, come piccole lenti, ingrandiscono la trama di un tessuto o le nervature di una foglia.
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Foto Elisabetta Neri

Decidere di ritrarre un certo soggetto obbliga a studiarlo fin nei minimi dettagli, e se  si deve insegnare anche ad altri a riprodurlo è necessario individuare “regole” che consentano di rappresentarlo in maniera realistica.

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Per questo  mi sono cimentata in diverse prove prima di poter dare indicazioni utili alla riproduzione delle gocce.
Nella prima delle immagini che seguono c’è una gocciolina schizzata “al volo” con le matite Contè su una delle tavolette che usiamo come appoggio per disegnare; Ho poi provato a rappresentare lo stesso soggetto utilizzando diverse tecniche: i Contè stick su cartoncino grigio (le 2 seconde immagini), gli acquerelli sulle pagine del mio sketchbook (terza immagine), e i colori a olio su un cartone telato (quarta immagine).

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La goccia ha una forma pressochè semisferica; il punto che viene colpito direttamente dalla luce è brillante, perchè la sua superficie curva è riflettente: andrà quindi riprodotto utilizzando il bianco o comunque un colore molto chiaro. Essendo l’oggetto in questione trasparente, esso viene attraversato dai raggi luminosi, che illuminano la superficie sulla quale la goccia si trova, proprio in corrispondenza del prolungamento del raggio che colpisce il piano di appoggio; la zona luminosa che si forma rischiara anche la parte centrale dell’ombra portata.

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Vista dall’alto, quindi, la gocciolina trasparente presenta un gioco di ombre completamente opposto rispetto a quello che si presenterebbe in un corpo opaco: la metà rivolta verso la fonte luminosa nel disegno deve essere scurita, mentre la metà opposta della goccia va schiarita.

 

disegno del volto di profilo

20190215_140859Per disegnare in modo proporzionato un volto visto di profilo si può seguire uno schema simile a quello proposto per la rappresentazione del viso visto di fronte (le ombre: dalla sfera al volto) e di tre quarti  (schizzare un volto visto di 3/4); lo schema questa vola sarà però costituito da un quadrato diviso in 9 quadratini.
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Per il posizionamento in verticale di occhi, naso e bocca si possono seguire le stesse regole già prese in considerazione per il viso visto di fronte e di 3/4. Occhi, naso e bocca rientreranno nella prima colonna di quadratini a sinistra, mentre l’orecchio sarà all’incirca sulla linea tra la 2° e la 3° colonna.

L’occhio visto di profilo ha una forma simile a quella di un triangolo isoscele, con il lato più corto tondeggiante per via della rotondità del bulbo oculare; l’iride e la pupilla sono ovali.

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Le labbra di profilo hanno una forma che ricorda quella di un cuore ruotato di 90°; bisogna però tener presente che labbro superiore e inferiore hanno all’incirca lo stesso spessore, e che il labbro superiore sporge di più rispetto a quello sottostante.

 

 

Occhi, naso e bocca nel viso visto di 3/4

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Come cambia la forma di occhi, naso e bocca nel viso visto di 3/4? Tutti questi elementi, visti frontalmente sono simmetrici, quindi perfettamente divisibili in due parti speculari da un asse verticale, che nell’immagine in basso è di colore rosa chiaro. Nei disegni ho tratteggiato il contorno dei bulbi oculari perchè nella visione del volto di 3/4 la  curvatura della loro superficie si percepisce maggiormente.

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Nel viso visto di 3/4 quest’asse, come già detto nel post precedente, immaginandolo “disegnato” sul volto, seguirà le sporgenze e le rientranze del profilo (immagine in basso).

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In questo caso l’apertura degli occhi avrà una forma simile a quella di una goccia ruotata di 90°, con la parte larga verso l’angolo degli occhi più lontano da noi; a questa forma a goccia bisognerà poi aggiungere la carnucola lacrimale verso il centro del volto (immagine a destra in basso). Nel viso visto di 3/4 la rotondità del bulbo oculare risulta più visibile. L’iride e la pupilla avranno una forma ovale se la figura che intendiamo disegnare avrà lo sguardo rivolto di fronte a sè (immagine a sinistra in basso), mentre se dovrà avere lo sguardo rivolto verso di noi, l’iride e la pupilla resteranno rotonde. (immagine in alto)

Del naso percepiremo la sporgenza, e l’ala nasale più lontana da noi risulterà nascosta dalla punta del naso; anche nella bocca la parte più lontana da noi, ovvero quella che nel disegno in basso si trova alla nostra sinistra rispetto all’asse centrale, sarà più corta di quella più vicina a noi, perchè vista di scorcio.

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