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Schizzare un volto visto di scorcio
In questi giorni ho provato a schizzare sul mio sketchbook (in realtà un vecchio album per foto rimasto inutilizzato) alcuni volti femminili visti più o meno di scorcio.
Disegnare un volto visto frontalmente o di profilo non è particolarmente difficile (vedi: Le ombre: dalla sfera al volto e disegno del volto di profilo); le cose si complicano quando è ruotato in una posizione intermedia (vedi” schizzare un volto visto di 3/4 e occhi naso e bocca nel viso visto di 3/4) e l’impresa diventa ancora più complessa se si prova a rappresentare un viso visto di scorcio.
Ma qual’è il significato dell’espressione “di scorcio”? Letteralmente significa accorciato. Ciò avviene per effetto della prospettiva: come in un pavimento vediamo le piastrelle, che in realtà sono quadrate, con un’altezza notevolmente inferiore alla loro larghezza, così anche la figura umana può risultare “scorciata” in tutti suoi elementi se la vediamo dal basso o dall’alto.
In quale caso il viso appare “accorciato”, ovvero con la sua lunghezza “ridotta”?
- quando lo si guarda dal basso verso l’alto (figura 1)
- quando lo si guarda dall’alto verso il basso (figura 2)
- quando la figura che si ha di fronte ha il capo reclinato verso il basso (figura 3)
- quando la figura che si ha di fronte ha la testa riversa all’indietro (figura 4)
- quando si guarda una figura sdraiata standovi di fronte dalla parte dei piedi (figura 5) o dalla parte della testa (figura 6)
La visuale indicata nella figura 5 è quella adottata nella rappresentazione del famosissimo “Cristo morto” (1475-78 circa) di Andrea Mantegna, tra i primi artisti che si dedicarono allo scorcio prospettico applicato alla figura umana.
La prospettiva, codificata all’inizio del secolo in cui visse l’artista, fu da subito applicata in maniera puntuale e precisa nella rappresentazione dell’architettura, i cui volumi geometrici risultavano più facilmente definibili applicando le norme che regolano la visione prospettica, come dimostra il dipinto di Piero della Francesca intitolato “Flagellazione di Cristo” del 1455–1460 (immagine in basso).
Tali norme risultavano invece meno oggettivamente applicabili nella rappresentazione di forme più irregolari e complesse come quelle del corpo umano: Se infatti si confronta la figura del Cristo con la foto di un uomo sdraiato, ci si rende subito conto che nel dipinto dell’artista quattrocentesco i piedi in primo piano sono più piccoli di come apparirebbero nella realtà, mentre la testa risulta grande. Lo scorcio del volto è comunque perfetto.
immagini tratte dal web
Mantegna introdusse una grande novità, infatti dopo di lui tanti altri artisti si misurarono con il complesso tema della figura vista di scorcio, ne sono un esempio le opere visibili nello slideshow in alto.
Solo alla fine del Cinquecento le anomalie prospettiche vennero completamente risolte, per arrivare alla straordinaria abilità degli artisti settecenteschi che, popolando illusoriamente i soffitti di figure viste dal basso, portarono questo tema a livelli virtuosistici.
(per approfondire l’argomento consiglio la visita del Blog didatticarte a QUESTO LINK).
Ma ora veniamo a noi.
Per effetto della prospettiva, in un volto visto dal basso la fronte risulterà più stretta della mascella (immagine in alto a sinistra), mentre nel caso opposto vedremo la forma della testa stringersi molto verso il mento (immagine in alto a destra). Come sempre converrà utilizzare linee di riferimento per posizionare sopracciglia, occhi, naso, bocca, mento… che in questo caso non saranno tratti rettilinei (vedi immagine in basso e Le ombre: dalla sfera al volto) come nel viso visto di fronte, ma curve.
Perchè curve? Proverò a spiegarlo in maniera semplice con il solito ovetto, dotato di meridiani (come quello che segna l’asse di simmetria del volto) e paralleli (le linee di sopracciglia, occhi, naso, bocca e mento) simili a quelli di un mappamondo.
Come si può notare in queste foto, se l’uovo viene visto dall’alto le linee orizzontali che vengono solitamente tracciate come riferimento per disegnare i diversi elementi del volto appaiono come curve la cui rotondità è rivolta verso il basso (foto a sinistra) mentre se l’uovo è visto dal basso le curve sono orientate in modo opposto (foto 1, 2 e 3)
Inoltre, osservando le figure 1, 2 e 3 si può notare come le linee tendano ad avere una curvatura sempre più accentuata aumentando l’inclinazione dell’uovo.
Un’altra importante considerazione che si può fare guardando le immagini è che, per effetto della prospettiva, le linee parallele che si trovano in prossimità di chi guarda appaiono più distanti tra loro rispetto a quelle più lontane, ad esempio: nell’immagine 3 la distanza tra la linea delle sopracciglia e quella degli occhi risulta minore di quella tra la linea del naso e della bocca, anche se nella realtà questi due spazi sono uguali.
Il disegno in basso è stato tracciato a partire da uno schema simile a quello della foto 2.
Se poi il volto, oltre ad essere visto di scorcio, è anche leggermente ruotato lateralmente, alche il “meridiano” che costituisce l’asse di simmetria del volto si trasformerà in una curva (foto in alto).
Naturalmente l’uovo è una semplificazione, nella realtà il volto ha concavità e sporgenze che sulla superficie liscia e uniforme dell’uovo non esistono, ma serve per capire come disegnare un immaginario “involucro” necessario per poter schizzare i volti così inclinati, come si può notare nei disegni dell’immagine in basso: prima di schizzare il viso ho infatti disegnato ed evidenziato con il tratteggio rosso una forma ovoidale che ho utilizzato come schema di riferimento.