Millenovecento…

All’interno del ciclo di esposizioni a tema, organizzate da Otium – Arte pedagogica, ho deciso di partecipare alla collettiva intitolata “Millenovecento…”, uno stimolo per riflettere sul lascito del secolo scorso, con le sue innovazioni e i suoi punti oscuri.
Sembra così distante ma è il secolo della mia infanzia, della mia adolescenza e della mia gioventù, perciò mi sento pienamente coinvolta nella tematica.

“La dolce vita”, acrilico e collage su tela, cm 50×50 senza cornice, 70×70 compresa cornice.

Il primo quadro esposto, realizzato appositamente per l’occasione, è “la dolce vita”, dove campeggia in primo piano una Monica Vitti in stile fumetto, in bianco e nero.
Dopo aver dipinto grandi quantità di immagini realistiche, soffermandomi su particolari e sfumature (ritratti, trompe l’oeil) ultimamente mi piace ritornare sempre più spesso al più sobrio e definito disegno “al tratto”.
Ho parlato di “ritornare” perchè i disegni che popolano le mie agende fin dai tempi del liceo sono quasi sempre figure femminili eseguite a penna, perciò definite esclusivamente da un contorno, dal tratteggio e da campiture uniformi. Si tratta di disegni fatti distrattamente, senza ragionare troppo.

disegni dalle mie vecchie agende

La visita alla mostra “Essere Guido Crepax” organizzata a Legnano presso Palazzo Leone da Perego, ha costituito un’ulteriore spinta ad esprimermi in questo “black and white” più incisivo e sintetico.

un momento alla mostra “Essere Guido Crepax”
“La dolce vita”, acrilico e collage su tela, cm 50×50 senza cornice, 70×70 compresa cornice.

La tecnica utilizzata per rappresentare l’iconica figura di Monica Vitti è acrilico nero su tela; lo sfondo, di gusto pop art, è un collage di ricordi della sua carriera cinematografica. L’attrice romana, scomparsa un anno fa, mi ha sempre affascinata per la sua bellezza anticonvenzionale per l’epoca ed attuale ancora oggi. L’ironia, la sua voce roca, la sua naturalezza nel recitare la rendono, a mio parere, un personaggio irripetibile, simbolo di un’epoca e della “dolce vita”.

“Contrasti”, cm 100×70, colori vinilici e collage dietro lastra trasparente

secondo quadro esposto“contrasti”. All’inizio degli anni ’90 i veloci schizzi a penna sulle agende sono state per me una guida nella realizzazione di alcuni quadri con immagini definite da grandi campiture uniformi racchiuse in netti contorni neri, dipinti su lastre trasparenti, come quello nell’immagine in basso.

Quest’opera, intitolata “contrasti”, è stata da me realizzata nel 1993 in occasione della manifestazione intitolata “Civiltà contadina, valori e memorie”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Novara.; non si tratta quindi di una rievocazione attuale sulla società dei primi anni ’90, ma di un dipinto realizzato proprio in quegli anni che ne racconta caratteristiche e aspirazioni.
Ecco come lo descrivevo nel mio primo blog …NONSOLOIMMAGINI…:

CONTRASTI…


nella parte sinistra del quadro…

siamo all’inizio degli anni ’90, giovani
rampanti con l’impermeabile e il telefonino, nuovo simbolo di distinzione,
avanzano in massa tutti uguali con la loro ventiquattrore in mano;
le ragazze, dall’aspetto androgino,  hanno il culto del loro corpo,
della forma fisica, e frequentano le palestre per irrobustire la muscolatura
con il body building. Incominciano a diffondersi i computer, e si tende a
fuggire verso una realtà virtuale…


nella parte destra del quadro…

un uomo e una donna tornano a casa dopo
una giornata di duro lavoro; il loro corpo non è scolpito, ma il loro
legame è autentico, e camminano fianco a fianco condividendo le fatiche
e le soddisfazioni di ogni giorno. La natura, le piante, gli animali fanno
parte del loro mondo; la gatta allatta i gattini e sul tavolo c’è il frutto del
loro lavoro nei campi.

CONTRASTI ha ottenuto il “premio giovani” del concorso intitolato “Civiltà contadina, valori e memorie”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Novara.

“Nightmare” acrilico dietro lastra trasparente, cm 70×70

Il terzo quadro esposto è “Nightmare”. Eseguito subito dopo il lockdown, e stato già descritto nel post intitolato “Immagini e riflessioni”, A QUESTO LINK, ed ha preso parte alla collettiva organizzata dal CAB di Busto Arsizio intitolata “Non riporre ti prego il filo e l’ago”.
Rappresenta il comportamento “predatorio” nei confronti delle risorse naturali che nel secolo scorso è stato messo in atto e le sue terribili conseguenze sul presente e sul futuro.

locandina della collettiva artistica “Millenovecento…”

28 gennaio 2023

In basso, alcune immagini dell’esposizione, allestimento di Marina Comerio.
Oggi, alle 17.00, evento “il ‘900 a Fagnano in VOCI DAL SILENZIO”, a cura di Elisabetta Colombo

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immagini e riflessioni

Elisabetta Neri -“Nightmare” acrilico su tavola e su vetro sintetico cm 70×70 esclusa cornice

si può addentare con ingordigia il nostro pianeta come se fosse una mela? Sì, e, come una Gorgone che con il suo sguardo ingordo tutto pietrifica spegnendo ogni alito di vita, l’abbiamo fatto.
La presunzione umana di poter definire a proprio uso e consumo i limiti del bene e del male, o l’arroganza di non stabilirli affatto ha causato danni e una complessità quasi impossibile gestire.
L’incubo della pandemia ci ha imposto uno stop, una pausa di riflessione. Anche se qualcuno persisterà nello sfruttare a proprio vantaggio anche questa tragica situazione, l’unica via da percorrere per metterci in salvo non potrà che percorrere spazi in armonia con i nostri simili e con la nostra meravigliosa casa.


Una settimana fa sono riuscita finalmente a terminare questo lavoro, che verrà esposto nell’ambito di una collettiva che si terrà a metà ottobre… più avanti svelerò tutti i dettagli!


disegnare gli occhi e il naso nel volto visto dal basso

insu

Avevo detto che avrei pubblicato questo approfondimento sul disegno degli occhi e del naso nel volto visto dal basso subito dopo l’articolo intitolato schizzare un volto visto di scorcio .

Scritto a metà aprile, per diversi motivi non ho potuto pubblicare allora il post che segue, perciò lo propongo adesso.

solo occhio firma
Non ho in casa molti mezzi per dipingere in questi giorni; però ho gli acquerelli e alcuni fogli adatti a questa tecnica, ma di formato molto piccolo (A5). Così questa volta, per colorare uno dei miei soggetti preferiti, ho utilizzato l’acquerello.
Ho anche filmato alcune fasi del lavoro realizzando questo breve video:
per libero
Come si può notare, in corrispondenza della pelle ho bagnato tutto il foglio prima di stendere il colore: questo accorgimento permette di ottenere colori tenui e campiture di colore dai contorni molto sfumati. Per i dettagli dell’occhio ho usato invece l’acquerello meno diluito, e quasi a secco per definire le ciglia, che dovevano risultare scure e nette.
firma 2Proverò ora a spiegare, partendo dal disegno rimasto in matita sulla destra, come cambia la forma di un occhio se visto dal basso; intanto, come si può notare osservando la foto in basso, gli angoli degli occhi sono idealmente posizionati su una linea curva, che all’incirca determina anche la curvatura della rima palpebrale (o rima cigliare) inferiore (come spiegato in modo più dettagliato nel post “schizzare un volto visto di scorcio
frma1Dovendo quindi disegnare l’apertura dell’occhio, avremo come limite inferiore tale linea (in blu nell’immagine in alto) e come limite superiore una curva molto accentuata, che seguirà la curvatura del bulbo oculare (i cui contorni sono tratteggiati in bianco nella foto in basso). (Vedi anche “occhi, naso e bocca nel viso visto di 3/4).
con linea
Se un occhio è visto dal basso non vedremo lo spessore della rima palpebrale inferiore, mentre si percepirà bene quello della rima palpebrale superiore (le due linee in rosa nella foto in alto).
linee colorate
La palpebra mobile (ovvero quella parte che va dalla rima cigliare superiore alla piega della palpebra (nell’immagine in alto in rosso), risulterà molto stretta perchè vista di scorcio, mentre lo spazio tra la piegatura della palpebra e il sopracciglio sarà più ampio perchè visto frontalmente. L’iride e la pupilla non saranno rotonde ma assumeranno una forma pressochè ovale (nel disegno in alto identificate con il colore verde – la parte tratteggiata è quella nascosta dalla palpebra mobile).
Le ciglia superiore si vedranno in tutta la loro lunghezza, mentre quelle inferiore risulteranno scorciate.

Per quanto riguarda il naso, si vedrà la base con le narici, mentre il dorso potrebbe vedersi di scorcio (ovvero accorciato) se il viso non è molto inclinato rispetto al nostro sguardo (immagine in alto a sinistra), oppure potrebbe non vedersi del tutto (immagine in alto, figura a destra).

Schizzare un volto visto di scorcio

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In questi giorni ho provato a schizzare sul mio sketchbook (in realtà un vecchio album per foto rimasto inutilizzato) alcuni volti femminili visti più o meno di scorcio.

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Disegnare un volto visto frontalmente o di profilo non è particolarmente difficile (vedi: Le ombre: dalla sfera al volto e disegno del volto di profilo); le cose si complicano quando è ruotato in una posizione intermedia (vedi” schizzare un volto visto di 3/4 e occhi naso e bocca nel viso visto di 3/4) e l’impresa diventa ancora più complessa se si prova a rappresentare un viso visto di scorcio.

Ma qual’è il significato dell’espressione “di scorcio”? Letteralmente significa accorciato. Ciò avviene per effetto della prospettiva: come in un pavimento vediamo le piastrelle, che in realtà sono quadrate, con un’altezza notevolmente inferiore alla loro larghezza, così anche la figura umana può risultare “scorciata” in tutti suoi elementi se la vediamo dal basso o dall’alto.


In quale caso il viso appare “accorciato”, ovvero con la sua lunghezza “ridotta”?

  • quando lo si guarda dal basso verso l’alto (figura 1)
  • quando lo si guarda dall’alto verso il basso (figura 2)
  • quando la figura che si ha di fronte ha il capo reclinato verso il basso (figura 3)
  • quando la figura che si ha di fronte ha la testa riversa all’indietro (figura 4)
  • quando si guarda una figura sdraiata standovi di fronte dalla parte dei piedi (figura 5) o dalla parte della testa (figura 6)

perblog

La visuale indicata nella figura 5 è quella adottata nella rappresentazione del famosissimo “Cristo morto” (1475-78 circa) di Andrea Mantegna, tra i primi artisti che si dedicarono allo scorcio prospettico applicato alla figura umana.

Cristo morto Andrea Mantegna
immagine tratta dal web

La prospettiva, codificata all’inizio del secolo in cui visse l’artista, fu da subito applicata in maniera puntuale e precisa nella rappresentazione dell’architettura, i cui volumi geometrici risultavano più facilmente definibili applicando le norme che regolano la visione prospettica, come dimostra il dipinto di Piero della Francesca intitolato “Flagellazione di Cristo” del 1455–1460 (immagine in basso).

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immagine tratta dal web

Tali norme risultavano invece meno oggettivamente applicabili nella rappresentazione di forme più irregolari e complesse come quelle del corpo umano: Se infatti si confronta la figura del Cristo con la foto di un uomo sdraiato, ci si rende subito conto che nel dipinto dell’artista quattrocentesco i piedi in primo piano sono più piccoli di come apparirebbero nella realtà, mentre la testa risulta grande. Lo scorcio del volto è comunque perfetto.

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immagini tratte dal web

Mantegna introdusse una grande novità, infatti dopo di lui tanti altri artisti si misurarono con il complesso tema della figura vista di scorcio, ne sono un esempio le opere visibili nello slideshow in alto.
Solo alla fine del Cinquecento le anomalie prospettiche vennero completamente risolte, per arrivare alla straordinaria abilità degli artisti settecenteschi che, popolando illusoriamente i soffitti di figure viste dal basso, portarono questo tema a livelli virtuosistici.

(per approfondire l’argomento consiglio la visita del Blog didatticarte a QUESTO LINK).

nuovo

Ma ora veniamo a noi.
Per effetto della prospettiva, in un volto visto dal basso la fronte risulterà più stretta della mascella (immagine in alto a sinistra), mentre nel caso opposto vedremo la forma della testa stringersi molto verso il mento (immagine in alto a destra). Come sempre converrà utilizzare linee di riferimento per posizionare sopracciglia, occhi, naso, bocca, mento… che in questo caso non saranno tratti rettilinei (vedi immagine in basso e Le ombre: dalla sfera al volto) come nel viso visto di fronte, ma curve.
PROPORZIONI

Perchè curve? Proverò a spiegarlo in maniera semplice con il solito ovetto, dotato di meridiani (come quello che segna l’asse di simmetria del volto) e paralleli (le linee di sopracciglia, occhi, naso, bocca e mento) simili a quelli di un mappamondo.

ovettoovetti

Come si può notare in queste foto, se l’uovo viene visto dall’alto le linee orizzontali che vengono solitamente tracciate come riferimento per disegnare i diversi elementi del volto appaiono come curve la cui rotondità è rivolta verso il basso (foto a sinistra) mentre se l’uovo è visto dal basso le curve sono orientate in modo opposto (foto 1, 2 e 3)
Inoltre, osservando le figure 1, 2 e 3 si può notare come le linee tendano ad avere una curvatura sempre più accentuata aumentando l’inclinazione dell’uovo.
Un’altra importante considerazione che si può fare guardando le immagini è che, per effetto della prospettiva, le linee parallele che si trovano in prossimità di chi guarda appaiono più distanti tra loro rispetto a quelle più lontane, ad esempio: nell’immagine 3 la distanza tra la linea delle sopracciglia e quella degli occhi risulta minore di quella tra la linea del naso e della bocca, anche se nella realtà questi due spazi sono uguali.
Il disegno in basso è stato tracciato a partire da uno schema simile a quello della foto 2.

viola

tre quarti
Se poi il volto, oltre ad essere visto di scorcio, è anche leggermente ruotato lateralmente, alche il “meridiano” che costituisce l’asse di simmetria del volto si trasformerà in una curva (foto in alto).

Naturalmente l’uovo è una semplificazione, nella realtà il volto ha concavità e sporgenze che sulla superficie liscia e uniforme dell’uovo non esistono, ma serve per capire come disegnare un immaginario “involucro” necessario per poter schizzare i volti così inclinati, come si può notare nei disegni dell’immagine in basso: prima di schizzare il viso ho infatti disegnato ed evidenziato con il tratteggio rosso una forma ovoidale che ho utilizzato come schema di riferimento.

dall'alto
al basso

CLICCA QUI PER LEGGERE L’APPROFONDIMENTO SUL DISEGNO DEGLI OCCHI E DEL NASO NEL VISO VISTO DAL BASSO.

Come realizzare una parete in finti mattoni (tutorial alla fine del post)

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Il colore e la texture di una parete, insieme alla giusta illuminazione, possono trasformare completamente un ambiente: come per magia, ambienti tristi e bui possono trasformarsi in angolini gradevoli della casa.

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In questo periodo di “reclusione” tra le mura di casa avverto più che mai l’esigenza di trasformare gli ambienti domestici in luoghi nei quali sentirmi rilassata e a mio agio. Ho realizzato quindi la finitura in finti mattoni di questa parete e decorato la parete di fondo di questo vano scala con un motivo astratto, tinteggiando di verde la superficie intorno alla decorazione.

Realizzare i “finti mattoni” non è difficile,

ECCO IL TUTORIAL:

copertina video con freccia

Riflessi e trasparenze

Certi lavori, a volte, si realizzano di fretta ed in periodi piuttosto pieni… non avevo mai postato qui questo studio di riflessi e trasparenze realizzato qualche mese fa con matita Contè e pastello su cartoncino nero…

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la testa tra le nuvole (ovvero come dipingere il cielo)

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dipingendo cieli con in testa una ROSA DI CARTA

A volte guardare le nuvole al di là della finestra mi ha permesso di assentarmi un attimo da situazioni pesanti o noiose, immaginando di planare galleggiando nell’aria come un gabbiano.

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“Gabbiano in volo”, dipinto su tavola per decorazione soffitto, di Elisabetta Neri

Proprio perchè amo la forma indefinita e mutevole delle nuvole, spesso ne ho studiato a naso in su forme, colori e sfumature. Inoltre, avendo realizzato diversi TROMPE L’OEIL, mi è capitato spesso di dover dipingere ampie superfici simulando un cielo, su muri o su soffitti.

Per poter parlare in modo comprensibile a tutti dei colori del cielo e della loro riproduzione, devo fare una premessa che riguarda la teoria del colore.

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Dalla miscelazione dei cinque colori fondamentali è possibile ottenere qualsiasi tonalità esistente: perciò per dipingere non è necessario acquistare altro.
Ma per poter raggiungere questo obiettivo bisogna avere a disposizione i tre colori primari, che non sono un rosso, un giallo o un blu qualsiasi: il rosso deve essere il magenta (un po’ più rosato rispetto alla nostra comune idea di rosso, come quello di alcune bouganville o di altri fiori come il rododendro della foto in basso), il giallo il primario (ovvero la tonalità di un campo di colza, della forsizia o dei narcisi) e il blu il ciano, assimilabile all’azzurro intenso di un mare pulito e profondo.

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Partendo dal cielo, la magica scenografia su cui si stagliano le nuvole, va detto che non va mai inteso come una campitura di colore omogeneo; infatti la fascia più alta ha sempre una tonalità più intensa e, se il cielo è molto limpido, tendente leggermente al violetto: per poterla rappresentare bisogna quindi aggiungere al ciano, oltre al bianco, anche una minuscola punta di magenta. Gli strati più bassi dell’atmosfera hanno un colore schiarito e smorzato dalla presenza della foschia, più o meno presente a seconda dei contesti. La parte più bassa del cielo va quindi schiarita con una maggiore quantità di bianco, e si può evitare di aggiungere il magenta al ciano.

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“Lago di montagna”, particolare; acrilico su tela di Elisabetta Neri

Nell’immagine in alto si può notare questa differenza di colori dalla parte alta a quella bassa del cielo; inoltre la parte destra del cielo è più chiara di quella collocata a sinistra perchè maggiormente illuminata: infatti ho immaginato il sole oltre al limite destro della tela, come si può dedurre osservando le ombre delle nuvole e delle montagne.

Orizzonti lontani
“orizzonti lontani” dipinto murale di Elisabetta Neri

Senza prendere in esame i colori del cielo all’alba o al tramonto, che meriterebbero un approfondimento a parte, l’intensità e la tonalità dell’azzurro può variare anche in base al luogo e alle condizioni atmosferiche: nel mio trompe l’oeil “Orizzonti lontani” il cielo è infatti più chiaro rispetto al dipinto precedente, perchè in montagna generalmente il cielo è molto terso. Nel dipinto murale ho inoltre cercato di simulare i raggi di un sole che si può immaginare occultato dall’arco.

Per dipingere le nuvole è utile conoscere la forma delle diverse tipologiequelle rappresentate nei miei due dipinti presi in esame sono cumuli, ovvero nubi simili a panna montata: essendo piuttosto compatte, non si lasciano attraversare completamente dalla luce del sole, e hanno un’ombra propria (clicca qui per sapere cosa significano le espressioni “ombra propria” e “ombra portata”).

Ma di che colore sono le nuvole? Io generalmente utilizzo un panna per la parte colpita dalla luce, ovvero la più chiara, tonalità ottenuta sporcando quasi impercettibilmente il bianco con un po’ di giallo e un po’ di magenta.
Se le nuvole che disegno devono avere un’ombra propria, per rappresentarla uso un lilla chiarissimo tendente al grigio, ottenuto mescolando una grande quantità di bianco con un po’ di magenta e di ciano; dato che a questo punto il colore risulta troppo viola, lo sporco appena con il giallo che lo rende meno saturo.

Per quanto riguarda la forma, più le nuvole sono irregolari e meglio è… meglio evitare l’effetto fumetto:

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I contorni arrotondati in maniera troppo regolare rendono infatti le nuvole innaturali. Le nuvole compatte e consistenti come i cumuli spesso sono piuttosto piatte alla base.

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“Il mare dentro”, acrilico su tavola, dipinto di Elisabetta Neri

Fondamentale dettaglio che rende realistiche le nuvole sono i contorni molto sfumati: nel quadro intitolato “il mare dentro” le nuvole sono leggere  e inconsistenti, molto sfumate e trasparenti: non hanno ombra perchè essendo meno compatte di quelle dei dipinti precedenti si lasciano attraversare dalla luce.

Come rendere i contorni sfumati? Con l’acrilico si può sporcare il pennello asciutto con pochissimo colore panna o bianco e tirarlo il più possibile; con l’acquerello, bagnando il foglio preventivamente, al momento della stesura il colore si sfumerà automaticamente. Se le nuvole da rappresentare su una parete, su una tavola o su una tela sono cirri, si possono anche usare un aerografo o una bomboletta spray.

Cielo
“Gabbiano in volo”, dipinto su tavola per decorazione soffitto, di Elisabetta Neri

E se il sole è dietro alle nuvole? se si tratta di cirri le impalpabili nuvolette saranno completamente attraversate dalla luce, perciò chiarissime; se si tratta di nuvole più consistenti queste saranno luminosissime sul contorno, e scure al centro, come nell’immagine sopra.

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Miriam alle prese con le nuvole del nostro trompe l’oeil al Music Lab di Busto Arsizio (vedi articolo precedente)

Che cosa apparirà?

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Patrizia all’opera

Gli allievi dei corsi di disegno che tengo presso Music Lab a Busto Arsizio si stanno cimentando in una nuova prova: la realizzazione di un dipinto murale trompe l’oeil.

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Abbiamo deciso di aprire questa immaginaria finestra sul tratto di parete leggermente curvo collocato di fronte all’ingresso dell’aula di disegno.
La cornice in blocchi di tufo non era prevista nel progetto iniziale, ma è stata proposta dagli allievi per meglio evidenziare il paesaggio che verrà dipinto al suo interno; inoltre l’aggiunta di questo particolare ha dato la possibilità di sperimentare una tecnica di riproduzione di questo tipo di pietra semplice e d’effetto.

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Luisa alle prese con le lumeggiature

I blocchi di tufo sono stati imitati applicando dapprima una spugnatura di colore beige, punteggiata in seguito con schizzi di colore marrone scuro.
Ma il tocco che davvero conferisce al tufo un’illusoria ma realistica porosità è l’aggiunta di piccole lumeggiature color panna collocate nei punti giusti.

lumeggiature

particolareprospettiva

All’interno dell’arco abbiamo passato una mano di gesso per colori acrilici (bianco).

Nell’album intitolato “che cosa apparirà?” della mia pagina Facebook “Elisabetta Neri pittura e decorazione”, sto pubblicando le foto che mostrano i diversi stadi di avanzamento del lavoro; per visualizzarle, clicca QUI.

Se sapere come procederanno i lavori ti incuriosisce, puoi tornare anche in seguito a visitare l’album “Che cosa apparirà?”, che verrà aggiornato ad ogni progresso del dipinto murale.

Ecco quali saranno i passi che seguiremo nelle prossime lezioni:

linea d'orizzonte

All’altezza dei nostri occhi, tracceremo una linea orizzontale (linea d’orizzonte);

asse centrale e punto di fuga

disegneremo l’asse centrale della nostra arcata, e nel punto d’incontro tra l’asse centrale e la linea d’orizzonte individueremo il punto di fuga.
Per ottenere un’immagine realistica, dovremo tener presente alcune nozioni di base relative alla rappresentazione prospettica, e sceglieremo il tipo di prospettiva più semplice e più utilizzato nei trompe l’oeil: la prospettiva centrale, che prevede un solo punto di fuga al centro dell’immagine.

profondità

piantando un chiodino nel punto di fuga e annodandovi una corda, rappresenteremo le fughe tra un mattone e l’altro con la giusta inclinazione, per poter conferire profondità all’arco che abbiamo disegnato.

30/01/2020
Anzichè utilizzare il chiodino e la corda per tracciare le linee convergenti verso il punto di fuga, è stato utilizzato un cartoncino, che ben si è adattato alla curvatura della parete. (vedi immagine in basso)

cartoncino

La mia passione per i trompe l’oeil mi ha portato a scrivere, in passato, alcuni articoli sulle nozioni di base per l’utilizzo della prospettiva.
Ecco i link agli articoli:

l’ABC del trompe l’oeil: 1 – LA PROSPETTIVA: LA LINEA D’ORIZZONTE E IL PUNTO DI FUGA

l’ABC del trompe l’oeil: 2 – LA PROSPETTIVA: LE PROFONDITA’

l’ABC del trompe l’oeil: 3 – LA PROSPETTIVA: le altezze

l’ABC del trompe l’oeil: 4 – LA PROSPETTIVA: piani inclinati e scale

l’ABC del trompe l’oeil: 5 – LA PROSPETTIVA: archi e cerchi

 

Corso di disegno “Riflessi e trasparenze” Elisabetta Neri

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Iniziato a novembre, il corso di disegno per adulti “Riflessi e trasparenze”, si svolge presso il Centro Pertini, meglio conosciuto come “Il Salice”, a Legnano, ogni lunedì dalle 20,30 alle 22,00. Il corso è rivolto a chiunque abbia la passione per il disegno, ed ha come argomento principale la rappresentazione dei riflessi e delle trasparenze.

L’immagine in alto mostra alcuni lavori realizzati dagli allievi.

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Rimangono due posti disponibili; per maggiori informazioni potete contattarmi all’indirizzo mail: elisabetta.neri.vxtp@alice .it

 

Corsi di disegno e di creatività Elisabetta Neri

Anche quest’anno ripartiranno i miei corsi di disegno e pittura presso Music Lab, scuola di arte e musica a Busto Arsizio (VA), con possibilità di lezione-prova gratuita.

Clicca QUI o sull’immagine per visualizzare l’evento su Facebook
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Sia tra gli adulti che tra i ragazzi si sono creati gruppi affiatati che che hanno provato la piacevole sensazione di creare qualcosa di bello pur non avendo una preparazione specifica in campo artistico. Imparare a disegnare bene è infatti questione di metodo ed esercizio, quindi per nessuno è impossibile raggiungere risultati soddisfacenti!

A questo link le creazioni degli allievi dei corsi 2018/12019:

Quest’anno proporrò corsi creativi anche a Legnano (MI)…

clicca QUI o sull’immagine per visualizzare l’evento su Facebook:

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