Alcuni lavori realizzati nell’anno appena trascorso dagli allievi del corso di disegno che tengo presso il Centro Pertini (Il Salice) a Legnano.
Nell’immagine in basso contatti per info e iscrizioni. Inizio: Lunedì 7 settembre.
Avevo detto che avrei pubblicato questo approfondimento sul disegno degli occhi e del naso nel volto visto dal basso subito dopo l’articolo intitolato schizzare un volto visto di scorcio .
Scritto a metà aprile, per diversi motivi non ho potuto pubblicare allora il post che segue, perciò lo propongo adesso.
Non ho in casa molti mezzi per dipingere in questi giorni; però ho gli acquerelli e alcuni fogli adatti a questa tecnica, ma di formato molto piccolo (A5). Così questa volta, per colorare uno dei miei soggetti preferiti, ho utilizzato l’acquerello.
Ho anche filmato alcune fasi del lavoro realizzando questo breve video:
Come si può notare, in corrispondenza della pelle ho bagnato tutto il foglio prima di stendere il colore: questo accorgimento permette di ottenere colori tenui e campiture di colore dai contorni molto sfumati. Per i dettagli dell’occhio ho usato invece l’acquerello meno diluito, e quasi a secco per definire le ciglia, che dovevano risultare scure e nette.
Proverò ora a spiegare, partendo dal disegno rimasto in matita sulla destra, come cambia la forma di un occhio se visto dal basso; intanto, come si può notare osservando la foto in basso, gli angoli degli occhi sono idealmente posizionati su una linea curva, che all’incirca determina anche la curvatura della rima palpebrale (o rima cigliare) inferiore (come spiegato in modo più dettagliato nel post “schizzare un volto visto di scorcio”
Dovendo quindi disegnare l’apertura dell’occhio, avremo come limite inferiore tale linea (in blu nell’immagine in alto) e come limite superiore una curva molto accentuata, che seguirà la curvatura del bulbo oculare (i cui contorni sono tratteggiati in bianco nella foto in basso). (Vedi anche “occhi, naso e bocca nel viso visto di 3/4).
Se un occhio è visto dal basso non vedremo lo spessore della rima palpebrale inferiore, mentre si percepirà bene quello della rima palpebrale superiore (le due linee in rosa nella foto in alto).
La palpebra mobile (ovvero quella parte che va dalla rima cigliare superiore alla piega della palpebra (nell’immagine in alto in rosso), risulterà molto stretta perchè vista di scorcio, mentre lo spazio tra la piegatura della palpebra e il sopracciglio sarà più ampio perchè visto frontalmente. L’iride e la pupilla non saranno rotonde ma assumeranno una forma pressochè ovale (nel disegno in alto identificate con il colore verde – la parte tratteggiata è quella nascosta dalla palpebra mobile).
Le ciglia superiore si vedranno in tutta la loro lunghezza, mentre quelle inferiore risulteranno scorciate.
Per quanto riguarda il naso, si vedrà la base con le narici, mentre il dorso potrebbe vedersi di scorcio (ovvero accorciato) se il viso non è molto inclinato rispetto al nostro sguardo (immagine in alto a sinistra), oppure potrebbe non vedersi del tutto (immagine in alto, figura a destra).
In questi giorni ho provato a schizzare sul mio sketchbook (in realtà un vecchio album per foto rimasto inutilizzato) alcuni volti femminili visti più o meno di scorcio.
Disegnare un volto visto frontalmente o di profilo non è particolarmente difficile (vedi: Le ombre: dalla sfera al volto e disegno del volto di profilo); le cose si complicano quando è ruotato in una posizione intermedia (vedi” schizzare un volto visto di 3/4 e occhi naso e bocca nel viso visto di 3/4) e l’impresa diventa ancora più complessa se si prova a rappresentare un viso visto di scorcio.
Ma qual’è il significato dell’espressione “di scorcio”? Letteralmente significa accorciato. Ciò avviene per effetto della prospettiva: come in un pavimento vediamo le piastrelle, che in realtà sono quadrate, con un’altezza notevolmente inferiore alla loro larghezza, così anche la figura umana può risultare “scorciata” in tutti suoi elementi se la vediamo dal basso o dall’alto.
In quale caso il viso appare “accorciato”, ovvero con la sua lunghezza “ridotta”?
La visuale indicata nella figura 5 è quella adottata nella rappresentazione del famosissimo “Cristo morto” (1475-78 circa) di Andrea Mantegna, tra i primi artisti che si dedicarono allo scorcio prospettico applicato alla figura umana.
La prospettiva, codificata all’inizio del secolo in cui visse l’artista, fu da subito applicata in maniera puntuale e precisa nella rappresentazione dell’architettura, i cui volumi geometrici risultavano più facilmente definibili applicando le norme che regolano la visione prospettica, come dimostra il dipinto di Piero della Francesca intitolato “Flagellazione di Cristo” del 1455–1460 (immagine in basso).
Tali norme risultavano invece meno oggettivamente applicabili nella rappresentazione di forme più irregolari e complesse come quelle del corpo umano: Se infatti si confronta la figura del Cristo con la foto di un uomo sdraiato, ci si rende subito conto che nel dipinto dell’artista quattrocentesco i piedi in primo piano sono più piccoli di come apparirebbero nella realtà, mentre la testa risulta grande. Lo scorcio del volto è comunque perfetto.
immagini tratte dal web
Mantegna introdusse una grande novità, infatti dopo di lui tanti altri artisti si misurarono con il complesso tema della figura vista di scorcio, ne sono un esempio le opere visibili nello slideshow in alto.
Solo alla fine del Cinquecento le anomalie prospettiche vennero completamente risolte, per arrivare alla straordinaria abilità degli artisti settecenteschi che, popolando illusoriamente i soffitti di figure viste dal basso, portarono questo tema a livelli virtuosistici.
(per approfondire l’argomento consiglio la visita del Blog didatticarte a QUESTO LINK).
Ma ora veniamo a noi.
Per effetto della prospettiva, in un volto visto dal basso la fronte risulterà più stretta della mascella (immagine in alto a sinistra), mentre nel caso opposto vedremo la forma della testa stringersi molto verso il mento (immagine in alto a destra). Come sempre converrà utilizzare linee di riferimento per posizionare sopracciglia, occhi, naso, bocca, mento… che in questo caso non saranno tratti rettilinei (vedi immagine in basso e Le ombre: dalla sfera al volto) come nel viso visto di fronte, ma curve.
Perchè curve? Proverò a spiegarlo in maniera semplice con il solito ovetto, dotato di meridiani (come quello che segna l’asse di simmetria del volto) e paralleli (le linee di sopracciglia, occhi, naso, bocca e mento) simili a quelli di un mappamondo.
Come si può notare in queste foto, se l’uovo viene visto dall’alto le linee orizzontali che vengono solitamente tracciate come riferimento per disegnare i diversi elementi del volto appaiono come curve la cui rotondità è rivolta verso il basso (foto a sinistra) mentre se l’uovo è visto dal basso le curve sono orientate in modo opposto (foto 1, 2 e 3)
Inoltre, osservando le figure 1, 2 e 3 si può notare come le linee tendano ad avere una curvatura sempre più accentuata aumentando l’inclinazione dell’uovo.
Un’altra importante considerazione che si può fare guardando le immagini è che, per effetto della prospettiva, le linee parallele che si trovano in prossimità di chi guarda appaiono più distanti tra loro rispetto a quelle più lontane, ad esempio: nell’immagine 3 la distanza tra la linea delle sopracciglia e quella degli occhi risulta minore di quella tra la linea del naso e della bocca, anche se nella realtà questi due spazi sono uguali.
Il disegno in basso è stato tracciato a partire da uno schema simile a quello della foto 2.
Se poi il volto, oltre ad essere visto di scorcio, è anche leggermente ruotato lateralmente, alche il “meridiano” che costituisce l’asse di simmetria del volto si trasformerà in una curva (foto in alto).
Naturalmente l’uovo è una semplificazione, nella realtà il volto ha concavità e sporgenze che sulla superficie liscia e uniforme dell’uovo non esistono, ma serve per capire come disegnare un immaginario “involucro” necessario per poter schizzare i volti così inclinati, come si può notare nei disegni dell’immagine in basso: prima di schizzare il viso ho infatti disegnato ed evidenziato con il tratteggio rosso una forma ovoidale che ho utilizzato come schema di riferimento.
E’ un po’ come imparare a scrivere o a suonare: quando si incomincia a padroneggiare lo strumento, l’espressione scivola via lieve dalla mente ai tasti, o alle corde, o alla penna…
Anche per quanto riguarda il disegno e la pittura vale lo stesso principio: non appena si incomincia a sentirsi un po’ più sicuri nella gestione del mezzo, l’espressione di contenuti che si sentono particolarmente vicini in un certo momento della vita prendono forma sul foglio o sulla tela con una certa facilità.
Regole di grammatica dell’espressione figurativa sono le norme per la rappresentazione delle ombre e della profondità, la teoria del colore, i canoni per la rappresentazione proporzionata di una figura…
Nel corso di questo particolarissimo mese di marzo le allieve dei miei Corsi di disegno e pittura del Music Lab di Busto Arsizio,, ormai abbastanza sicure nell’uso del mezzo disegnativo e pittorico, hanno riempito di forme e colori il vuoto e la preoccupazione che gravano su questo periodo difficile.
Lo hanno fatto stando a casa, chiedendomi consigli via WhatsApp e inviandomi foto che mostravano la progressione del loro lavoro… e io, a volte spiegando loro a parole cosa fare, altre volte utilizzando Photoshop per correggere forme, accentuare ombre ecc… ho provato ad aiutarle a distanza.
Rimango dell’idea che sarebbe stato interessante anche fare qualche videolezione: mi sono infatti resa conto che un periodo come questo, che non permette una sperimentazione “sul campo”e un dialogo faccia a faccia, può essere considerato un’opportunità per approfondire e precisare tanti concetti teorici che potrebbero costituire un solido fondamento per l’attività pratica. Qualche esempio? uno studio più accurato sulle ombre, nozioni di base sulla prospettiva, utili per la rappresentazione di paesaggi…
…ma al gruppo evidentemente mancherebbe l’aspetto aggregativo e in un certo senso “terapeutico” di questi corsi, nei quali, persone accomunate dalla stessa forte passione per l’espressione figurativa trascorrono allegri momenti di assoluto relax… del resto il disegno e la pittura sono attività manuali che hanno un potere davvero magico: permettono infatti di far scivolare le ore in modo piacevole e lieve, un tempo nel quale lo stressante livello di concentrazione che solitamente caratterizza l’attività lavorativa appare come un ricordo vago e lontano… tanto da far perdere la cognizione del tempo a chi vi si dedica!
Il colore e la texture di una parete, insieme alla giusta illuminazione, possono trasformare completamente un ambiente: come per magia, ambienti tristi e bui possono trasformarsi in angolini gradevoli della casa.
In questo periodo di “reclusione” tra le mura di casa avverto più che mai l’esigenza di trasformare gli ambienti domestici in luoghi nei quali sentirmi rilassata e a mio agio. Ho realizzato quindi la finitura in finti mattoni di questa parete e decorato la parete di fondo di questo vano scala con un motivo astratto, tinteggiando di verde la superficie intorno alla decorazione.
Gli allievi dei corsi di disegno che tengo presso Music Lab a Busto Arsizio si stanno cimentando in una nuova prova: la realizzazione di un dipinto murale trompe l’oeil.
Abbiamo deciso di aprire questa immaginaria finestra sul tratto di parete leggermente curvo collocato di fronte all’ingresso dell’aula di disegno.
La cornice in blocchi di tufo non era prevista nel progetto iniziale, ma è stata proposta dagli allievi per meglio evidenziare il paesaggio che verrà dipinto al suo interno; inoltre l’aggiunta di questo particolare ha dato la possibilità di sperimentare una tecnica di riproduzione di questo tipo di pietra semplice e d’effetto.
I blocchi di tufo sono stati imitati applicando dapprima una spugnatura di colore beige, punteggiata in seguito con schizzi di colore marrone scuro.
Ma il tocco che davvero conferisce al tufo un’illusoria ma realistica porosità è l’aggiunta di piccole lumeggiature color panna collocate nei punti giusti.
All’interno dell’arco abbiamo passato una mano di gesso per colori acrilici (bianco).
Nell’album intitolato “che cosa apparirà?” della mia pagina Facebook “Elisabetta Neri pittura e decorazione”, sto pubblicando le foto che mostrano i diversi stadi di avanzamento del lavoro; per visualizzarle, clicca QUI.
Se sapere come procederanno i lavori ti incuriosisce, puoi tornare anche in seguito a visitare l’album “Che cosa apparirà?”, che verrà aggiornato ad ogni progresso del dipinto murale.
Ecco quali saranno i passi che seguiremo nelle prossime lezioni:
All’altezza dei nostri occhi, tracceremo una linea orizzontale (linea d’orizzonte);
disegneremo l’asse centrale della nostra arcata, e nel punto d’incontro tra l’asse centrale e la linea d’orizzonte individueremo il punto di fuga.
Per ottenere un’immagine realistica, dovremo tener presente alcune nozioni di base relative alla rappresentazione prospettica, e sceglieremo il tipo di prospettiva più semplice e più utilizzato nei trompe l’oeil: la prospettiva centrale, che prevede un solo punto di fuga al centro dell’immagine.
piantando un chiodino nel punto di fuga e annodandovi una corda, rappresenteremo le fughe tra un mattone e l’altro con la giusta inclinazione, per poter conferire profondità all’arco che abbiamo disegnato.
30/01/2020
Anzichè utilizzare il chiodino e la corda per tracciare le linee convergenti verso il punto di fuga, è stato utilizzato un cartoncino, che ben si è adattato alla curvatura della parete. (vedi immagine in basso)
La mia passione per i trompe l’oeil mi ha portato a scrivere, in passato, alcuni articoli sulle nozioni di base per l’utilizzo della prospettiva.
Ecco i link agli articoli:
Iniziato a novembre, il corso di disegno per adulti “Riflessi e trasparenze”, si svolge presso il Centro Pertini, meglio conosciuto come “Il Salice”, a Legnano, ogni lunedì dalle 20,30 alle 22,00. Il corso è rivolto a chiunque abbia la passione per il disegno, ed ha come argomento principale la rappresentazione dei riflessi e delle trasparenze.
L’immagine in alto mostra alcuni lavori realizzati dagli allievi.
Rimangono due posti disponibili; per maggiori informazioni potete contattarmi all’indirizzo mail: elisabetta.neri.vxtp@alice .it