Le ombre: dalla sfera al volto

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Il chiaroscuro, ovvero il passaggio da tonalità chiare a tonalità scure, conferisce volume a qualsiasi disegno, e viene utilizzato per rappresentare le ombre proprie e le ombre portate che nella realtà si creano su qualsiasi soggetto da rappresentare. Il chiaroscuro è importante perchè, anche in un disegno a monocromo (cioè di un solo colore), conferisce volume, ovvero fa apparire in rilievo un’immagine che in realtà è bidimensionale.

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Per capire come funzionano le ombre su forme complesse bisogna prima osservarle su oggetti semplici e provare a riprodurle. Per parlare delle ombre che si formano su un volto partirò quindi dal chiaroscuro della sfera. Sulle superfici curve e opache le ombre si sfumano senza stacchi netti, in modo molto graduale. Dato che la sfera non ha spigoli, le ombre saranno tutte sfumate.

sfera2Ci sono due tipi di ombre: quella propria e quella portata; l’ombra propria è quella che si forma sull’oggetto, ed è più chiara e sfumata di quella portata, che viene proiettata sul piano d’appoggio o su altri piani.
L’ombra propria della sfera ricorda quella (più netta e definita) della luna: metà cerchio se l’illuminazione è perfettamente laterale, a spicchio se immaginiamo la fonte luminosa laterale un po’ dietro le spalle di chi osserva il disegno (come nel caso dell’immagine sopra). L’ombra propria, naturalmente, si trova all’opposto rispetto alla direzione della luce, anche se non si fa iniziare esattamente dal contorno della sfera perchè le superfici che la circondano creano sempre un leggero riflesso chiaro.
L’ombra portata è più scura vicino all’oggetto e più chiara nella parte più distante.

Ecco la sfera illuminata da diverse direzioni:

SFERE

Proviamo ora a disegnare un volto:

  1. Tracciamo una linea verticale che ci aiuterà a rispettare la simmetria (blu nel disegno a sinistra)
  2. Tracciamo un cerchio diviso esattamente a metà dalla linea precedentemente tracciata
  3. Tracciamo una forma a “uovo rovesciato”.PROPORZIONI
  4. per avere un’idea della posizione di occhi, naso e bocca, stabiliamo dove vogliamo collocare l’attaccatura dei capelli, e tracciamo un rettangolo di un’altezza pari alla distanza tra l’attaccatura e il mento, rettangolo che divideremo in 6 quadrati (nell’immagine è la griglia rossa).
  5. All’altezza della prima linea orizzontale (rossa) all’interno del quadrato potremo disegnare le sopracciglia, e all’incirca a 1/3 del quadrato centrale la linea orizzontale che ci aiuterà a tracciare gli occhi (nel disegno, la prima linea verde)
  6. All’altezza della seconda linea orizzontale rossa terminerà il naso.
  7. All’incirca a 1/3 dell’ultimo quadrato (inverde) potremo collocare l’apertura della bocca.
  8. La distanza tra gli occhi sarà pari alla larghezza di un occhio
  9. Tracciando un triangolo equilatero con il vertice rivolto i basso partendo dalla punta del naso, potremo individuare la posizione delle pupille
  10. Tracciando un triangolo equilatero con il vertice rivolto i basso partendo dagli angoli esterni degli occhi potremo stabilire dove far terminare il labbro inferiore.

Naturalmente queste norme sono solo un riferimento per ottenere un viso abbastanza proporzionato, ma va considerato che ogni volto è diverso dsall’altro, e quindi i rapporti tra le varie parti nella realtà possono cambiare; inoltre, con l’esercizio, non sarà più necessario tracciare questa costruzione ogni volta, perchè con il tempo l’occhio si abituerà a riprodurre le giuste proporzioni.

Ma veniamo ora alle ombre. Per ora consideriamo il caso più semplice e più comune: un’illuminazione frontale dall’alto.

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Sull’ovale del volto il chiaroscuro sarà uguale a quello della sfera sottoposta allo stesso tipo di illuminazione; nel caso del solido di forma regolare il cerchio maggiormente illuminato sarà al centro in alto, e la mezzaluna scura in basso. Per quanto riguarda il viso, però, dovremo considerare le “asperità” che ne caratterizzano la superficie: gli incavi delle orbite, la sporgenza del naso e quella meno accentuata di zigomi e mento, e la forma delle labbra.

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In pratica, tutte le superfici inclinate verso la direzione della luce risulteranno chiare, quelle invece incavate o orientate in senso opposto saranno scure: per questo motivo il labbro superiore sarà sempre più scuro di quello inferiore, e sotto la punta del naso ci sarà una zona d’ombra. Il naso proietterà anche un’ombra portata appena sopra il labbro superiore.

Se la luce dall’alto, anzichè essere frontale, proviene da una sorgente posta lateralmente rispetto al volto, la metà del viso posta dalla parte opposta della fonte luminosa sarà più scura; inoltre il naso proietterà un’ombra  portata sulla metà del volto più in ombra.

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In quest’immagine si può notare come cambino le ombre variando leggermente la provenienza della luce (indicata dalla freccia) su un volto femminile e su un volto maschile.

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Il disegno sopra, realizzato con matita Contè bianca su cartoncino nero, mostra invece l’effetto dell’illuminazione dal basso: le parti che nei disegni precedenti sono state scurite perchè in ombra, in questo caso sono state schiarite con il colore bianco.

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Aggiungiamo ora la capigliatura al volto.

Se la capigliatura è liscia il contorno dei capelli seguirà il contorno della testa senza discostarsi molto da esso; se la luce sarà frontale e proveniente dall’alto si creerà una sorta di fascia chiara curva in alto e davanti, come nella figura a sinistra: i capelli lisci infatti sono lucidi e riflettono la luce in modo regolare. I capelli mossi sono più voluminosi e quindi il loro contorno si distaccherà di più dal contorno della testa; il tratto per delineare il contorno e le singole ciocche sarà piu irregolare con andamento ondulato. Anche in questo caso la parte più illuminata sarà quella superiore, ma il distacco tra zona illuminata (sulla sommità) e zona in ombra (in basso) sarà meno definito. Saranno invece più nette e scure le ombre tra una ciocca e l’altra.

Altre mie lezioni di disegno ai link:

Il disegno dell’occhio e la tecnica del pastello

L’ABC del trompe l’oeil: – LA PROSPETTIVA: LA LINEA D’ORIZZONTE E IL PUNTO DI FUGA

L’ABC del trompe l’oeil: – LA PROSPETTIVA: LE PROFONDITA’ 

L’ABC del trompe l’oeil: – LA PROSPETTIVA: PIANI INCLINATI E SCALE

L’ABC del trompe l’oeil: – LA PROSPETTIVA: ARCHI E CERCHI

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