outfit di ieri e di oggi

versace e dior
a sinistra: Versace; a destra: Dior

Ho trascorso una piacevole mattinata a Milano, “aggiornandomi” sulla moda di ieri e di oggi. Il mio obiettivo era visitare la mostra “Outfit ‘900” allestita presso Palazzo Morando, meta che ho raggiunto percorrendo tutta la via Montenapoleone. Qui le vetrine sono vere e proprie installazioni artistiche, e alcune, molto colorate, sembravano voler ravvivare la giornata grigia e piovosa.

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a sinistra e a destra: Prada; in alto: Louis Vuitton
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Abito da ballo – 1956-57 – Curiel

All’ingresso della mostra, un delizioso abito bianco degli anni ’50 fluttua sospeso come in un sogno: e questo sogno riporta la mia mente all’infanzia, quando, giocando a “Barbie la reginetta del ballo“, si doveva scegliere un vestito da sera: quello chiamato “fiamma bianca” era molto simile a questo; ma tutti, comunque, erano spiccatamente ispirati alla moda degli anni ’50.
L’abito che accoglie i visitatori della mostra è decorato con paillettes ed inserti che ricordano la madreperla.
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MACCHIETTE
All’interno di Palazzo Morando c’è anche una splendida raccolta di opere d’arte; interessanti sono le vedute che ritraggono una Milano con un aspetto molto diverso da quello odierno. Alcune “macchiette” realizzate con maestria e freschezza di tratto, esposte in una delle sale del palazzo, mostrano capi d’abbiglliamento in voga nel secolo precedentte a quello trattato nella mostra: le donne indossano gonne ampie sostenute da crinoline, spesso arrticchite da volant (immagini in alto)

 

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Completo da gran pranzo – 1900 – Sartoria Ventura (Milano)

Alla fine dell’Ottocento la silohuette femminile si trasforma: la vita viene “strizzata” da un bustino che mette in risalto il seno, e l’ampiezza della gonna non si sviluppa piĂą uniformemente ma solo sul dietro, sostenuta dalla tournure; il corpo femminile assume quindi una forma a clessidra, o ad “S“, se visto di profilo; Nel famoso dipinto di Seurat “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte” la donna con l’ombrellino situata sulla destra esemplifica il concetto.
Con l’inizio del secolo scorso la silohuette femminile invece si “ammorbidisce” un po’, e la tournure si trasforma in un più comodo “cuscinetto” da legare intorno alla vita, chiamato “cul de Paris“. Tipico di questo periodo è l’abito della foto in alto.

anni venti

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A sinistra in alto: Abito da sera – 1922-24ca. – Sartoria italiana; nell’immagine grande, particolare dello strascico. In alto a destra: Abito per ricevimento a corte, con scarpe abbinate – 1922-24 – Worth/AndrĂ© Perugia (Parigi)

Dopo la Prima Guerra Mondiale, ormai lontani dal periodo della Belle Epoque, tramonta l’ideale della donna legata ad un’eleganza artificiosa: liberandosi dalla costrizione del bustino, le signore indossano abiti che consentono di muoversi con maggiore libertĂ , talvolta molto scollati e corti e sfoggiano tagli di capelli molto pratici come il caschetto dell’attrice Louise Brooks.
Tipico del periodo è il copricapo detto cloche. La silohuette femminile più apprezzata in questo momento è quella senza curve, da ragazzina, e gli abiti hanno un profilo dritto che non segna in alcun modo la vita. Non si rinuncia però alla ricercatezza dei tessuti: come si può notare nelle immagini in alto, perline, paillettes e tessuti laminati sono molto apprezzati; si scelgono tessuti morbidi e leggeri neri, nei colori argento, panna e bianchi.

anni venti e oggi
Vetrine di Rocco Barocco; ritratto di Virginia Lucchini, 1925, eseguito da Antonio Ambrogio Alciati

Ritrovo lo stile degli anni ’20 anche nella pinacoteca, in particolare nel ritratto di Virginia Lucchini, (immagine in alto a destra) e per le vie della cittĂ  osservando le vetrine di Rocco Barocco (immagine in alto a sinistra).

anni 30
A sinistra: abito da sera – 1932-35 – Sartoria italiana; a destra: completo da sera – 1930-35
Worth (Parigi)

Negli anni ’30 torna ad essere apprezzata la silohuette  con curve e vita stretta: ma l’intimo non è piĂą costrittivo e innaturale come alla fine dell’Ottocento, e gli abiti accarezzano morbidamente le curve femminili. Le spalle sono spesso evidenziate mediante imbottiture o maniche a palloncino. E’ un periodo di crisi, perciò gli abiti da giorno si fanno sobri; quelli da sera, invece, sono estremamente eleganti e sensuali, spesso lunghio fino ai piedi e con profonde scollature sulla schiena. Si preferiscono tessuti morbidi, spesso di velluto, a volte di colore bordeaux, come quello dell’immagine in alto. sempre in voga anche i tessuti laminati.
Anche le acconciature si fanno piĂą femminili: si allungano almeno fino al mento e si arricchiscono di onde e di boccoli; apprezzati sono i cappellini dalle fogge piĂą svariate.

anni 40
Palmina Seghesio Bolaffi durante un tè-concerto nel 1940-1941 a Torino.Abito da pomeriggio,  Sartoria
Borletti (Torino)

Gli anni ’40 si aprono con la Seconda Guerra Mondiale, perciò l’abbigliamento pratico e poco dispendioso che si stava affermando alla fine del decennio precedente continua ad essere scelto dalle donne che, in questo periodo di difficoltĂ  e ristrettezze, devono essere autonome e arrangiarsi come possono. Le gonne si accorciano, si riusano e si ammodernano vecchi capi d’abbigliamento; diffusi sono i tailleur con molte tasche, abbinate talvolta a comodi pantaloni. Le chiome tendono ad allungarsi ancora e spesso vengono raccolte; la fantasia femminile pare avere libero sfogo nella molteplicitĂ  di forme dei copricapi. Per la sera e per le occasioni importanti permane lo stile di fine anni ’30; Rita Haywort è icona di bellezza e di stile.

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A sinistra: Donna Wanda Mozzi Orsini
ad una festa da ballo nel 1948; a destra, lo stesso abito riadattato per la figlia nel 1971

Terminato l’ultimo conflitto mondiale, dalla fine degli anni ’40 e per tutto il decennio successivo, un clima di ottimismo e di fiducia nel futuro coinvolge un po’ tutti. Anche la moda riflette questo stato d’animo: abiti eleganti e raffinati, con abbondante impiego di tessuti anche costosi, vengono proposti alle donne del periodo; i colori maggiormente in voga sono il bianco e il nero, ma anche le tinte pastello. L’immagine in alto mostra un abito celeste arricchito da una grande quantitĂ  di volant. Icone di stile da prendere a modello sono le dive del cinema.

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Abito da sera con scarpe abbinate
1950-55 ca. – Pirovano (Milano)

Gli abiti da sera, dalle svariate linee, comunicano sempre eleganza e femminilitĂ . Coordinati con l’abito sono spesso i lunghi guanti, le scarpe e le pochette, come nel caso dell’immagine in alto. Il raso e i tessuti lucidi vengono spesso impiegati, talvolta per creare grossi fiocchi ornamenali.

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A sinistra: completo da sposa – 1950-55 – Sartoria Adelaide Scorta (Milano); a destra:  Abito da sposa –1952 sartoria italiana

Anche gli abiti da sposa sono femminilissimi e principeschi. (immagini in alto).

 

Da destra a sinistra: Abito da sera – 1963 – Emilio Pucci (Firenze); Abito da sera – 1976 – Yves Saint Laurent; Abito da sposa – 1971
Sartoria Adriana (Milano)

Con l’inizio degli anni ’60 si sente la necessitĂ  di scardinare la tradizione: anche gli abiti da sposa qundi si discostano dai modelli classici (foto in alto a sinistra). Le minigonne (Lanciate da Mary Quant in inghilterra) e il taglio di capelli “alla maschietta” come quello della modella Twiggy (magrissima e con gli occhioni da cerbiatta) propongono un modello di donna-ragazzina dall’aria scanzonata. Fantasie dei tessuti tradizionalmente utilizzate per gli abiti da giorno vengono impiegate anche per gli abiti da sera, come nel modello in alto a sinistra di Emilio Pucci, che nel vedo-non vedo del tessuto trasparente, nella fantasia e nei colori anticipa decisamente le tendenze del decennio successivo.  Gli anni ’70 vedono il diffondersi di uno stile all’insegna della ribellione: ombelico scoperto  e hot pants ne sono un esempio; pensando agli anni ’70 non possiamo fare a meno di pensare ai pantaloni “a zampa di elefante”. Icone Italiane di questo periodo sono Raffaella CarrĂ  , Patty Pravo, Mina. L’immagine in alto al centro mostra un abito da sera nel quale la differenza con gli abiti da giorno è quasi completamente eliminata.

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Bluson – 1988 – Krizia

Gli anni ’80 vedono la sperimentazione che ama anche gli eccessi; tornano le minigonne aderenti e la silohuette è triangolare: è infatti il trionfo di giacche e abiti con spalline imbottite.

Le immagini di questo post sono foto che ho scattato durante la visita all’interessantissima mostra “outfit ‘900”, che purtroppo termina oggi. Ho cercato di ripercorrere le tappe fondamentali dell’evoluzione della moda femminile, ma per approfondire l’argomento, consiglio di consultare il catalogo online: Catalogo della mostra “outfit 900”.

Per avere invece un’idea sull’evoluzione dell’acconciatura, ecco il mio video che ne riassume brevemente le tappe dall’antichitĂ  fino agli anni ’70: Breve storia dell’acconciatura

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